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L’Arpacal, con il suo Centro regionale Strategia Marina diretto dal dr. Emilio Cellini, ha partecipato, ieri e oggi, a Roma, nella sala conferenze dell’ISPRA, alle “Giornate di condivisione e confronto delle attività del Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale negli ambienti marini e di transizione”.

snpa musmap1 In questa due giorni, in cui sono stati illustrati i risultati delle attività condotte dal Gruppo di Lavoro SNPA “Mare” nell’ambito del Piano Triennale 2014-2016 (2017), l’Arpacal ha relazionato, insieme alle Arpa di Emilia Romagna e Liguria, sullo stato dell’arte della “Strategia Marina in Italia: bilancio dei primi tre anni di attività in ciascuna Sottoregione”.

L’Arpacal, inoltre, nella sessione Poster ha presentato il “PROGETTO MUSMAP: Mappatura multiscala in siti pilota della regione Calabria di praterie di Posidonia oceanica e Cymodocea nodosa”. Si ricorderà, infatti, che anche l’anno scorso, in un apposito seminario scientifico svoltosi a Le Castella di Isola capo Rizzuto (KR), furono presentati i risultati ottenuti e gli obiettivi futuri che il progetto MUSMAP avrebbe dovuto raggiungere nel medio e lungo periodo. A tale progetto hanno aderito in partnership diversi soggetti che hanno contribuito, per quanto di competenza, alla  rivisitazione cartografica, in chiave aggiornata, della precedente mappatura delle Fanerogame marine eseguita in Calabria nel periodo 2002 – 2004 nell’ambito del progetto finanziato dal Ministero dell’Ambiente e denominato “Mappatura delle praterie di Posidonia Oceanica e di altre fanerogame marine lungo le coste della Calabria e delle isole minori circostanti”.

Le fanerogame marine, infatti, costituiscono un habitat di grande pregio negli ambienti marini e salmastri costieri, sia per quanto riguarda il paesaggio sommerso e sia per il ruolo ecologico che rivestono. Le fanerogame marine, presenti nel Mare Mediterraneo, sono rappresentate da circa cinque specie e le più rappresentative, in termini di importanza e dominanza sono la Posidonia oceanica e la Cymodocea nodosa.  La Calabria, in particolare, presenta diverse aree in cui la loro distribuzione assume caratteristiche di pregio ed alta valenza ecologica.

 

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La prateria di Posidonia oceanica rappresenta, infatti, un ecosistema delicato che risente molto delle variazioni della qualità dell’ambiente; essa scompare allorché l’inquinamento, inteso in senso lato, è troppo accentuato. Per questo motivo la Posidonia oceanica è ritenuta un eccellente indicatore della qualità dell’ambiente. Attualmente si assiste ad un crescente processo di regressione delle fanerogame marine.

Le principali cause di regressione delle praterie sono comunque da collegare alla crescente pressione antropica sull’ambiente costiero. In particolare, l’aumento di torbidità e la conseguente riduzione della trasparenza delle acque riduce la capacità fotosintetica della pianta e risulta essere una delle cause più frequenti di regressione delle praterie. Sostanze chimiche di vario genere (es. tensioattivi, metalli pesanti ecc.) possono causare necrosi dei tessuti, alterazioni morfologiche e comunque interferire negativamente con i normali processi di sviluppo delle piante.

Il progetto  - illustrato a Roma  nel corso delle “Giornate di condivisione e confronto delle attività del Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale negli ambienti marini e di transizione” -  è stato finanziato dall’Assessorato all’Ambiente della Regione Calabria all’Arpacal che, attraverso la propria Unità Organizzativa “Marine Strategy”, diretta dal Dott. Emilio Cellini, ha coordinato il gruppo di lavoro composto da ISPRA (Istituto Superiore per Protezione e la Ricerca Ambientale), Area Marina Protetta Capo Rizzuto e l’UNICAL con il DIBEST (Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra) e il DIMEG (Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale).

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