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IMG 5875 Il dr. Clemente Migliorino, dirigente responsabile del Catasto Rifiuti Regionale istituito presso la Direzione Scientifica dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria), ha preso parte in rappresentanza dell’Agenzia alla manifestazione “Treno verde” di Legambiente, che si è svolta a Paola il 28 febbraio scorso. Migliorino ha illustrato ai presenti le funzioni ed i prodotti del Catasto Rifiuti dai cui dati l’Agenzia redige il consueto report annuale della Raccolta Differenziata.

“Il catasto dei rifiuti previsto dall’art. 189 del D.lgs. 152/2006 e s.m.i. che ne richiama l’istituzione, ai sensi dall'art. 3 del decreto-legge 9 settembre 1988, n. 397, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 1988, n. 475 – ha spiegato Migliorino ai presenti - è articolato in una Sezione nazionale, con sede in Roma presso l’ISPRA, ed in sezioni regionali o delle province autonome di Trento e di Bolzano presso le corrispondenti Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente. Ai sensi del citato art. 189, il Catasto deve assicurare un quadro conoscitivo completo e costantemente aggiornato dei dati sui rifiuti, anche ai fini della pianificazione delle attività di gestione degli stessi, attraverso il coordinamento con le informazioni ambientali (MUD) delle camere di commercio. Il catasto, quindi, offre un supporto tecnico-informativo ai soggetti istituzionali competenti in materia di pianificazione, programmazione e controllo ambientale”.


“Fra i diversi compiti – ha precisato il dirigente Arpacal - il catasto rifiuti redige annualmente il report afferente alla produzione regionale dei rifiuti urbani (RU) ed della raccolta differenziata (RD), contenente altresì le specifiche delle singole categorie merceologiche (CER) prodotte. Tali dati sono riportati su base comunale con relativa percentuale per ognuno di essi e sono riferiti all’anno precedente rispetto a quello della loro approvazione e pubblicazione. Tale attività viene svolta dal catasto sia attraverso l’acquisizione dei dati rd e ru sia attraverso una verifica dei dati MUD presentati dai comuni alle CCIAA.  Per l’anno 2015, si può quindi mettere in evidenza che il numero dei comuni che hanno trasmesso i dati e quindi che hanno dimostrato una corretta collaborazione, è stato di 208 (50, 86%) sul totale di 409, mentre quello rilevato dal Catasto Rifiuti è stato di 196 (47,92%). Solo per 5 comuni il dato è stato “Non Disponibile”. E’ evidente che la collaborazione dei comuni dovrebbe incrementarsi poiché in assenza dell’attività del Catasto il dato ambientale sarebbe non esaustivo, infatti grazie a tale attività si è avuta la quasi totalità della copertura del dato ambientale sui rifiuti. Soffermandoci sul dato provinciale: le province dimostratesi più collaborative sono state quelle di Catanzaro con il 61,25% e Cosenza con il 60,00%  mentre quella in assoluto con minore collaborazione è stata Reggio Calabria con il 28,87% pari ad un numero di 28 comuni su 97. Quella di Vibo Valentia si attesta al 52,00% cioè all’incirca la metà dei comuni. E’ da evidenziare che l’attività del Catasto, poiché spesse volte si generano delle errate considerazioni,  non si limita all’acquisizione del dato ma va anche a controllare e verificare se le quantità dichiarate per singolo CER siano state effettivamente conferite presso gli impianti di recupero e/o di smaltimento dichiarati e che il CER prodotto sia uguale a quello in entrata. Da ciò possono derivare, alla fine, in sede di redazione e pubblicazione del consueto report annuale delle divergenze rispetto ai dati comunicati dai comuni e che logicamente si riflettono sul calcolo della percentuale di RD. Altri elementi che vogliamo chiarire sono dati sul metodo di calcolo della stessa percentuale di RD. A tal proposito l’Arpacal fa riferimento alla formula Ispra. Si sottolinea la necessità della trasmissione dei dati nei tempi richiesti e la correttezza degli stessi al fine di evitare lunghi e difficili controlli. In tal modo il dato ambientale potrà essere disponibile in modo più completo e in tempi più brevi”.

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Sul lato dell’effettuazione della RD nel corso del 2015 la situazione è la seguente: 397 effettuano la RD e mentre 12 non la effettuano (7 hanno comunicato effettivamente zero e 5 come dato non disponibile).La stato della RD è in miglioramento rispetto all’anno precedente: la % rd regionale 2014 del 17,26% passa nel 2015 al 24,34%.
Disaggregando il dato 2015 (2014) sui 397 comuni che effettuano la RD si evidenzia la seguente situazione:
Il numero dei comuni con la percentuale dal 0,1% fino al 15% è di 157 (anno 2014: 180) pari al 38,39%. (ancora alto)
Tra il 15% e 25% il numero è di 50 (anno 2014: 44) pari al 12,22%  
Tra 25,01% e 35,00 % è di 61 (anno 2014: 40) pari al 14,91%  
Tra 35,01 e 45% è di 31 (anno 2014: 33)  pari al 7,58%
Tra il 45,01% e 65,00% è di 78 (anno 2014: 32) pari al 19,07%
Oltre il 65% è di 20 pari al 4,89% (anno 2014: 4).


“Come si nota – ha concluso Migliorino - rimane alto il numero di comuni per i quali la percentuale di RD non supera il 15%, mentre dall’altro lato ad ex è aumentato il numero dei comuni con percentuale sopra al 45%. Ultimo breve cenno è alla nuova normativa DM 26 Maggio 2016, del Ministero in base a cui a partire dai dati 2016, si procederà ad effettuare le elaborazioni secondo la nuova metodologia”.

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