Al fine di affrontare la tematica Ambiente e Salute l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria, con Delibera del Commissario Straordinario n.254 del 26 febbraio 2009, istituisce il Centro di Epidemiologia Regionale Ambientale (CERA).

L’attività del Centro ha preso le mosse nell’ambito delle Linee di indirizzo che, già tracciate nel Piano Sanitario Regionale 2007 – 2009, prevedevano il coinvolgimento dell’ARPACAL nell’obiettivo di offrire livelli di assistenza sanitaria qualitativamente e quantitativamente adeguati.

Nel 2010 entrava a far parte, insieme alla maggior parte delle altre ARPA/APPA del Sistema Agenziale,  del GEA ( Gruppo nazionale di lavoro per il coordinamento delle attività  di Epidemiologia Ambientale).

Il CERA  veniva istituito da ARPACAL con il compito di “supportare gli organi regionali mediante attività di ricerca applicata per la realizzazione del Registro Tumori e del Registro Epidemiologico nonché per lo studio delle possibili connessioni tra i fattori di pressione ambientale e la salute collettiva”.

Contestualmente alla Delibera di attivazione, il lavoro del CERA, veniva anche organizzato per via regolamentare stabilendo per esso, quali obiettivi specifici:

- la raccolta ed organizzazione dei dati di rilevante interesse per la salute in cluster facilmente utilizzabili ai fini della realizzazione di studi e ricerche nel settore dell’epidemiologia e statistica sanitaria;

-l’instaurazione di un flusso informativo indirizzato alla popolazione, a specialisti del settore e ad operatori della sanità;

-il supporto alle Istituzioni Sanitarie preposte allo scopo di pianificare le risorse e stabilire le priorità per la cura della salute, identificare interventi appropriati e procedure di controllo, valutare la politica sanitaria o le strategie organizzative e fornire linee guida riguardanti priorità di ricerca.

 

Subito dopo la sua istituzione  il Centro, oltre al Direttore, contava in organico 5 unità di personale:

  • Un Dirigente Medico, con particolari competenze in tossicologia, proveniente dal CNR con contratto a tempo determinato per 5 anni,
  • Un Funzionario con competenze Statistiche,
  • 3 assistenti amministrativi.

Nell’aprile 2011 una parte del  già esiguo personale assegnato veniva trasferito in altri Settori in quanto anche per il CERA, almeno in quella fase, si prospettava la chiusura momentanea.

Così non fu.

Successivamente il Management Aziendale,  nel rivalutare il ruolo dei Centri  si rese conto come il CERA avesse una sua valenza  strategica per l'Agenzia:

a) Dava la possibilità ad ARPACAL di affrontare in maniera completa e sistematica, congiuntamente ed in maniera complementare con il Sistema Sanitario, la tematica “Ambiente e Salute” così come stava già avvenendo nelle altre Agenzie per l'Ambiente, in tutta Italia;

b) Consentiva di dare ascolto e di fornire delle risposte concrete e più complete (relazione tra dati sanitari ed ambientali) alla popolazione sempre più preoccupata per il paventato aumento di patologie legate a fattori di rischio ambientali e che stentava a trovare un preciso interlocutore.

Nonostante la presa di coscienza della valenza strategica del CERA, negli anni successivi non è stato possibile per il Management potenziare il Centro ed assegnare ad esso ulteriori unità di personale.

Con il  nuovo Regolamento di Organizzazione ARPACAL (approvato con D.G.R. n.504 del 30/12/2013) il CERA, prima in staff alla  Direzione Generale, viene istituito quale Centro Specializzato di livello regionale con competenza sull'intero territorio ed in staff alla Direzione Scientifica. Nell'assetto organizzativo interno dell'Agenzia viene inquadrato come struttura dirigenziale complessa.

Il Centro ha continuato a lavorare con sole tre unità fino a settembre 2014.

Ad ottobre 2014,   non è stato possibile per l’Agenzia rinnovare il contratto  all’unico Dirigente medico assegnato ed oggi il Centro conta soltanto di due unità di personale di cui una

negli ultimi anni ha usufruito dei permessi concessi per la maternità.

Attività, Metodi e Protocolli

L’Epidemiologia ha ampiamente dimostrato di essere una scienza in grado di valutare i fattori di rischio ambientale come potenziale causa di malattia e di quantificare il loro impatto sulla salute nella popolazione a rischio e per questo, nel corso degli ultimi decenni, si è rivelata uno dei più importanti strumenti utilizzabili nella gestione dell’igiene ambientale.

L’Epidemiologia Ambientale, nello specifico, pone attenzione massima, anche se non esclusiva, sui fattori di rischio ambientale come determinanti.

Essa, come specificato in precedenza, è stata considerata uno strumento importante per introdurre e consolidare  le competenze ambientali-sanitarie in ARPA.

Il CERA, applica i metodi universalmente utilizzati nell’ambito dell’Epidemiologia Ambientale in generale i quali possono essere utili nella valutazione di un insieme di fattori molto variegato.

In realtà, in considerazione che ciascuna località può avere una sua particolare combinazione di fattori di rischio ambientale, è importane che vengano elaborati allo scopo – e di volta in volta – specifici progetti di studio per collegare fattori di rischio, effetti e prevenzione, adattandoli alle condizioni locali. Il CERA non agisce, quindi, limitandosi ad applicare regole di carattere generale, valide forse universalmente ma che corrono il rischio di fornire risposte generiche e per questo non aderenti alla realtà della singola zona valutata. Il protocollo operativo del CERA prevede di adattare caso per caso strategie epidemiologiche e valutazioni statistiche, correlandole al particolare stato dell’ambiente e della salute di popolazione nella singola zona oggetto di studio.

Gli studi vengono  eseguiti tenendo conto, inoltre, dell’esposizione a fattori riguardanti lo stile di vita, quali fumo di tabacco, fattori alimentari, malattie concomitanti o condizioni non direttamente o affatto correlate con l’ambiente.

Nella realizzazione di uno studio epidemiologico bisogna poi tener conto di una parte non secondaria  che è quella della “comunicazione del rischio”.

Non è possibile, infatti applicare acriticamente procedure standard che non tengano conto del numero di persone alle quali una determinata comunicazione verrà indirizzata e della particolarità del suo contenuto. Il CERA  considera attentamente il Target di riferimento e cioè la comunicazione stessa verrà mirata ad informare l’individuo, particolari organizzazioni, o la popolazione in generale. Altri gruppi destinatari, come è già apparso evidente nel corso del lavoro effettuato  in questi anni, includono la famiglia, il gruppo di lavoro, la scuola.

Un capitolo a parte, importantissimo per i riflessi organizzativi che indubbiamente ha sul lavoro del Centro, è la riservatezza. Essa si riferisce alla protezione della privacy del singolo soggetto o partecipante, che deve avere una precisa garanzia che le notizie mediche che lo riguardano non saranno rivelate ad alcuna parte terza. D’altro canto, senza informazioni mediche lo studio epidemiologico non potrebbe essere eseguito.

Lo schema operativo utilizzato dal CERA prevede che l’accesso venga effettuato in modo etico, generalmente richiedendo il consenso da parte dei soggetti coinvolti. Fanno eccezione gli studi epidemiologici che richiedono che siano esaminati solo dati esistenti o storici di grandi gruppi di individui, per cui non è necessario il contatto diretto con gli individui per ottenere dati ugualmente efficaci.

Per rafforzare la garanzia di riservatezza nel trattamento dei dati medici, vengono applicati dal CERA severissimi protocolli i quali prevedono che l’accesso a tali informazioni venga effettuato soltanto da personale medico, legato alla tutela della riservatezza, oltre che dall’obbligo di legge, anche da motivi etici propri della professione.

I dati vengono poi resi al personale preposto all’elaborazione del dato statistico in maniera aggregata e comunque depurata da dati identificativi.

La relazione conclusiva sui risultati di ogni singolo studio viene infine preparata con un linguaggio scientifico preciso ed accurato, senza trascurare la stesura di versioni redatte in stile più comprensibile e divulgativo da presentare al pubblico o in alcuni casi ai mass-media

Nell’impostazione operativa che viene utilizzata dai tecnici del CERA vengono naturalmente tenuti in grandissimo conto i contributi che medici, operatori sociali, leader di comunità e comunicatori professionisti possono dare. Le procedure operative da noi applicate prevedono, in particolare, l’effettuazione di un primo contatto con gli operatori sanitari che si occupano del territorio e con l’ASP competente.

Per quanto riguarda i protocolli operativi è previsto che il CERA svolga un’azione di raccolta e valutazione dei dati epidemiologici su siti particolari di interesse già conosciuti per la preesistenza di importanti situazioni di inquinamento ambientale e su quei siti posti di volta in volta all’attenzione dell’ARPACAL da amministrazioni locali o altre autorità preposte, a seguito della presenza di situazioni di allarme tra la popolazione conseguenti a paventato aumento delle patologie di varia origine.

La valutazione del livello di priorità di un azione rispetto ad altre concomitanti viene effettuata sulla base della densità della popolazione e dell’eventuale presenza, storica o recente, di emergenze di carattere ambientale.

Per le finalità degli studi vengono utilizzati i dati ambientali forniti dai singoli Dipartimenti o dai Centri Funzionali e Servizi dell’ARPACAL.

Terminata la parte preliminare delle attività, legata ad esigenze di carattere organizzativo e di iniziale realizzazione delle piattaforme informatiche da utilizzare nel prosieguo del lavoro, l’attività immediatamente successiva è quella di porre in essere meccanismi di flusso delle informazioni da parte degli Enti coinvolti a vario titolo e con diverse competenze nella gestione e controllo dell’ambiente, con l’ARPACAL.

Per ognuno dei territori posti all’attenzione vengono analizzati i dati epidemiologici esistenti e disponibili fino alla data di conclusione delle attività e raccolti i dati epidemiologici riguardanti gli anni più recenti e non presenti negli archivi dell’ARPACAL o in quelli del Dipartimento della Salute Regionale.

Protocollo operativo

Il CERA risponde con tempistica minima ( entro 5 giorni) alle richieste a qualunque titolo pervenute con priorità per le situazioni di particolare criticità ambientale tramite l’applicazione di un protocollo operativo che prevede:

-1  Primo contatto con il richiedente tramite telefono/fax/email;

-2  Incontro con le autorità civili (Sindaco) interessate per competenza territoriale;

-3  Riunione con i soggetti interessati (Comitati di cittadini, Associazioni ambientaliste,... etc.) al fine di ottenere un quadro il più possibile esaustivo delle esigenze e delle richieste;

-4 Informativa e contatto  con il Dipartimento Ambientale di competenza;

-5 Informativa e contatto  con l’Azienda Sanitaria Provinciale competente per territorio;

-6  Convocazione di una riunione congiunta tra tutti gli attori (CERA e Dipartimento Provinciale Arpacal, ASP, Sindaco, Rappresentante Comitato cittadini o Associazione) presso il Dipartimento Ambientale Arpacal di competenza.  Essa è necessaria per la concertazione e la programmazione delle azioni da mettere in atto nell'immediato. Vi è quasi sempre il coinvolgimento dei MMG e dei PLS in particolare per gli studi da svolgersi su aree di piccole dimensioni per capire se la percezione del rischio da parte della popolazione è presente anche nei medici di base e se ha un fondamento. Viene quindi consegnata loro una scheda di rilevazione relativa alle patologie di interesse;

-7 Ricognizione  dei dati ambientali già esistenti in ARPACAL riguardanti la zona oggetto di studio,eventuale esecuzione di ulteriori indagini sulle matrici che si sospettano inquinate:

-8  Raccolta dei dati di salute della popolazione riguardante i residenti nella zona oggetto di studio tramite le fonti istituzionali (dati di mortalità generale della popolazione dall’ufficio anagrafe comunale; dati di mortalità e di   incidenza delle malattie da ASP ed ISTAT.)

-9  Georeferenziazione ( dove  necessaria ), valutazione statistica, analisi;

-10  Relazione tra  dati di salute e  dati riguardanti lo stato delle varie matrici ambientali;

-11 Realizzazione del Report epidemiologico ambientale

Per alcune criticità interne, prima fra tutte la carenza di risorse umane, non è stato possibile per il Centro avviare in questi anni, di propria  iniziativa, degli studi epidemiologici che riguardassero  alcuni siti  del territorio calabrese considerati ad elevato impatto ambientale e che meriterebbero particolare attenzione.

Le poche unità disponibili venivano e vengono utilizzate per lo svolgimento di studi necessari fondamentalmente a tranquillizzare diverse comunità allarmate.

In questi anni quindi l’attività del CERA, si è basata in particolare su interventi mirati - effettuati per lo più su richiesta degli enti locali o della magistratura o da comitati di cittadini o da associazioni ambientaliste – tesi a stabilire la presenza o meno, in un determinato territorio, di patologie umane in numero tale da rendere necessario un ulteriore approfondimento o la dichiarazione di un vero e proprio stato di emergenza ambientale.

 Le richieste, quasi sempre, nascono dalla  percezione di un aumento di patologie, per lo più oncologiche, legate ad un rischio ambientale non ben definito e riguardante ambiti territoriali ristretti come comuni o addirittura quartieri.

 In particolare il CERA ha effettuato, in stretta collaborazione con i Servizi competenti delle ASP, rilievi epidemiologici, basati sull’elenco delle patologie umane, in alcuni comuni delle province calabresi, operando a supporto dei decisori amministrativi e fornendo i dati di significatività riguardo la possibile presenza di un numero eccessivo di patologie potenzialmente legate a stati di inquinamento ambientale.

Ciò è stato di particolare utilità – in caso di rilievo negativo – sia per tranquillizzare le popolazioni coinvolte, sia per evitare un ulteriore impegno delle forze tecniche e scientifiche dei Dipartimenti e dei Centri di ARPACAL nel verificare possibili fonti di inquinamento. In  caso di rilievo positivo,  tale attività sarebbe stata di grande utilità per indirizzare in maniera mirata il tipo di rilievo (aria, suolo, acque, radioattività naturale o artificiale, etc.) e consentire, così la restituzione di dati precisi nel più breve tempo possibile.

Il lavoro svolto dal Centro in questi anni, ha interessato  più o meno territori e popolazioni appartenenti alle  diverse province calabresi.

L'elenco che segue,  indica per ciascuna provincia, i  comuni  dove il CERA ha effettuato o sta effettuando i suoi interventi richiesti dalla popolazione sempre per la percezione soggettiva di un rischio di natura ambientale per la salute:

Catanzaro:

Gimigliano, Cropani Marina, Catanzaro Lido

Cosenza:

Paola, Amantea

Crotone:

Scandale, Casabona

Reggio Calabria

Ravagnese, Casignana, Motta S.Giovanni, Africo, Cinquefrondi, Rosarno

Vibo Valentia:

Vibo città, Frazione Triparni, Rombiolo, Ioppolo, Serra S. Bruno, Dinami, Cessaniti, S. Calogero.

Considerando la complessità delle indagini di epidemiologia ambientale, spesso accade che le azioni intraprese nel corso dell'anno necessitano,  per una corretta conclusione, di un lavoro costante ed ininterrotto che non si riesce ad esaurire entro un anno solare. Molte delle attività portate avanti in un determinato periodo di tempo sono in realtà attività avviate negli anni precedenti. I tempi di tali indagini, di per se già lunghi, si dilatano ulteriormente nella regione Calabria per la mancanza di Registri Tumori, di data-base dedicati alla ricerca epidemiologica generale ed ambientale, dalla mancanza di archivi informatici presso molti degli uffici anagrafe comunali, dalla mancanza di georeferenziazione degli indirizzi e  l'impossibilità di effettuare record linkage, dalla varietà di situazioni e localizzazioni dei comuni che richiedono intervento, dalla scarsa collaborazione da parte delle ASP e dei medici di base a vario titolo coinvolti.

Per quanto riguarda questo ultimo aspetto, la mancanza  ad oggi di una vera  e propria rete epidemiologica Regionale,  l'incertezza totale su un eventuale inserimento in essa  del CERA e su quale potrebbe essere il suo ruolo, così come è stato invece definito da tempo  in altre regioni, favoriscono probabilmente  anche una certa diffidenza  nei confronti degli operatori.

A tutto questo si deve aggiungere, nella fattispecie, la carenza di risorse umane assegnate al Centro.

 Tali difficoltà influiscono sicuramente sullo svolgimento delle attività programmate. Per di più spesso in un anno solare bisogna avviare nuove indagini, non rientranti nella programmazione iniziale, in quanto c'è ad esempio la necessità di tranquillizzare la popolazione di un determinato territorio che ha la percezione  di un aumento di patologie legate a fattori ambientali.

Per gli studi  in piccole aree (frazioni, quartieri), in carenza di dati certi sulla prevalenza e l' incidenza  delle patologie oncologiche, quasi sempre, ai fini di tranquillizzare le popolazioni interessate, si è concordato con i  Dipartimenti Provinciali ARPACAL di effettuare indagini ambientali a largo spettro,  non avendo alcuna precisa indicazione sulla matrice verso la quale indirizzare gli studi.

ATTIVITA’

  • Indagine Epidemiologica Ambientale della frazione Triparni Comune di Vibo Valentia)

ATTIVITA’ 2017 - QUI il Resoconto delle principali attività svolte

Comunicazione, tumori e ambiente, Registro Tumori e Agenzia Regionale Protezione Ambiente: Il “caso Africo”