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Il signor G.B. , giovane olivicoltore calabrese, ci scrive dalla provincia di Cosenza: “Volevo sottoporre alla vostra cortese attenzione la problematica in cui mi sono imbattuto all'atto di voler attuare una serie di interventi per il recupero degli scarti di potatura (frascami), derivanti unicamente  dall'uliveto da me condotto per il loro riutilizzo come ammendante del terreno in azienda. Non essendo dal punto di vista agronomico, consigliabile il loro immediato interramento, avrei intenzione di acquistare una trincia raccoglitrice, al fine ammassare gli scarti trinciati in cumuli direttamente in azienda, compostarli, stabilizzarli e ridistribuirli nel terreno per aumentare la componente  organica contenuta nello stesso. A tal proposito chiedo a Codesto ufficio, se per il compostaggio risulti necessaria per legge la vasca in cemento… ”.

Risponde il dr. Aldo Borzillo, tecnico del Servizio Suolo e Rifiuti del Dipartimento di Cosenza dell’Arpacal : “In merito agli scarti di potatura da compostare si fa presente che gli stessi non sono considerati rifiuti e pertanto non  soggetti alla relativa disciplina. A tal proposito si allega il parere del Ministero dell’Ambiente reso con nota prot. 0006038 del 27/05/2016. Si ricorda, infine, che la massa in compostaggio non deve originare percolati con recapito in corpo idrico superficiale, in quanto si potrebbe configurare uno scarico da assoggettare quindi alla relativa normativa”.

(Allegato Circolare Ministero Ambiente su sfalci e potature)