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Il dott. Domenico Mastroianni, svolgendo le attività analitiche presso il Centro di Geologia e Amianto dell'Arpacal, ha redatto la tesi di laurea magistrale in Scienze Geologiche dal titolo “Mappatura dell'Amianto Naturale ai sensi del D.M. 101/2003 negli affioramenti ofiolitici del Massiccio del Reventino”.

L’elaborato, di cui il geol. Alessandra Spadafora è stata co-relatrice, è stato presentato presso l’Università della Calabria nella seduta di Laurea dello scorso 28 luglio ed ha conseguito il massimo del punteggio (110 e lode).

Il lavoro di tesi si inserisce nel quadro delle problematiche legate alla presenza nell’ambiente di rocce contenenti minerali fibrosi (classificati amianto e non) con un approccio finalizzato alla mappatura dell'Amianto Naturale ai sensi del D.M. 101 del 18/03/2003.

Gli affioramenti ofiolitici del massiccio del Reventino costituiscono aree in cui sono presenti rocce che contengono minerali fibrosi, anche classificati come amianto, che possono avere rilevanza ambientale. Pertanto, tali rocce sono oggetto di studio, sia dal punto di vista geologico che sanitario, in un progetto di ricerca che il Centro di Geologia e Amianto dell'Arpacal sta portando avanti in collaborazione con l'INAIL, Centro Ricerche di Lamezia Terme (CZ) e di Monte Porzio Catone (RM), e con il servizio PISAL dell’Asp di Catanzaro. La mappatura georeferenziata dell'Amianto Naturale, realizzata secondo i criteri del D.M. 101/2003, è inoltre una competenza dell'Arpacal riconosciuta dalla Legge Regionale 14/2011.

Sebbene in letteratura esistano numerosi studi dedicati alle ofioliti, gran parte dei dati sinora acquisiti sono relativi a siti estrattivi, in attività o dismessi. L'obiettivo della tesi del dr. Mastroianni è stato invece quello di fornire informazioni relativamente ad affioramenti non sfruttati economicamente o messi in evidenza da scavi per edilizia e infrastrutture.

Le indagini di laboratorio, effettuate sui campioni prelevati durante il rilevamento di campagna, sono state molteplici. Allo scopo di determinare la presenza e la natura di minerali fibrosi, sono state usate diverse tecniche analitiche (XRD, SEM-EDS, TEM, EMPA, spettroscopia IR). Sono stati rilevati sia minerali fibrosi classificati amianto (crisotilo e actinolite-tremolite), che minerali fibrosi non regolamentati, ma ugualmente pericolosi per la salute (antigorite e lizardite); aspetto importante, perché evidenzia i limiti della definizione legislativa di amianto.

Questo lavoro di tesi, attraverso l'individuazione di affioramenti risultati positivi per l'amianto e la loro catalogazione e mappatura ai sensi del D.M. 101/2003, fornisce dunque un contributo verso la conoscenza della distribuzione sul territorio regionale dell’amianto “naturale”, mettendo in evidenza le carenze normative nella gestione di siti in cui sono presenti rocce contenenti minerali pericolosi per la salute. Infatti, come evidenziato dai risultati delle indagini condotte, non andrebbero regolamentati solo i siti interessati da attività di carattere estrattivo, ma anche tutti quei siti interessati da attività di natura infrastrutturale in cui sono presenti rocce contenenti minerali fibrosi.

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