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Scenari futuri nazionali, potenziamento del sistema di protezione dell’ambiente ed il contributo dell’Arpacal all’attività della rete nazionale delle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente d’Italia. E’ online da questa mattina sul sito web del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) – la rete che unisce le Arpa italiane e l’Ispra – l’intervista al direttore generale dell’Arpacal, dr. Domenico Pappaterra. 

Ecco il testo dell'intervista.

Il Paese sta affrontando una crisi sanitaria, sociale ed economica con pochi precedenti, ma al contempo sta lavorando per uscirne e costruire una prospettiva di ripartenza. In quale modo il SNPA può dare il proprio contributo perché questa ripartenza sia nel segno dell’ambiente?

pappaterra 2020 Innanzitutto ritengo che il sistema delle agenzie regionali per la protezione dell'ambiente, insieme al coordinamento di Ispra, debba necessariamente mantenere fede al proprio assetto istituzionale e a ciò che la legge 132 prevede, ossia riconoscere a noi il ruolo ambizioso di rappresentare, nella matrice ambiente per il Paese Italia, ciò che da un punto di vista statistico è l’Istat.

Garantire la autorevolezza,  la pronta consultabilità e la diffusione capillare di tutti i dati e le informazioni ambientali che il sistema è in grado di collettare attraverso le agenzie, è sicuramente un volano necessario per permettere alle istituzioni nazionali e regionali di intraprendere questa grande scommessa che la ripartenza nel segno dell’ambiente.

E’ innegabile che la programmazione sul territorio di qualsivoglia iniziativa , da quella infrastrutturale delle nuove vie di comunicazione a quella che potremmo definire ”culturale” che incide sugli obiettivi dell’agenda 2030 , non può non partire dalla conoscenza compiuta dei dati ambientali che si possiedono. Su questo SNPA è chiamata a dare il suo contributo prioritario.  

Se la ripartenza del Paese deve essere nel segno dell’ambiente, quali potrebbero essere i problemi che ancora impediscono il consolidamento di un forte Sistema nazionale di protezione ambientale, da affrontare e risolvere una volta per tutte?

Vista la mia esperienza recente nel sistema, ma pluriennale come amministratore locale nonché come parlamentare, mi permetto di evidenziare come il legislatore della 132 abbia fatto un passo che potrei definire “poco coraggioso”: ipotizzare un sistema che coordini le arpa regionali, ma non mettendo nelle condizioni normative e organizzative le stesse per rendere pienamente operativo questo coordinamento - basti pensare al fatto che SNPA non ha una sua personalità giuridica piena- rende evidentemente difficile per noi essere pienamente efficaci e rispondere prontamente alle istanze che il Paese Italia ci chiede.

Non dimentichiamo che una pubblica amministrazione , indipendentemente dalla configurazione che assume, cammina sulle gambe degli uomini ma fa i conti anche con un proprio bilancio, preciso e rigoroso, che permetta di fare investimenti , programmare formazione e aggiornamento tecnico professionale ,  in una parola sola essere operativi.

Ecco, la mia opinione è che il legislatore dovrebbe fare questo nuovo sforzo per dare maggiore capacità di movimento nel sistema delle istituzioni al “soggetto” SNPA, anche sgombrando ogni possibile misunderstanding rispetto alla convivenza con altri soggetti che operano sul territorio nella matrice ambientale.

Sulla base di condizioni di rinnovata forza e autonomia il SNPA può svolgere un ruolo importante nello scenario che si sta profilando in Italia e in Europa?

Mi auguro proprio di sì, perché il legislatore,  come ho detto, intervenendo per meglio definire l’ambito di movimento di questo “soggetto . non soggetto” ribadirebbe il suo ruolo nello scenario. SNPA che comunque ha fatto e sta facendo un prezioso lavoro di coordinamento ed anche di indirizzo, ma ha bisogno di molto di più per poter essere appunto autonomo, più forte nello scenario e assolvere pienamente al proprio compito istituzionale che prima di ogni altra cosa è fornire dati ed informazioni ambientali In Italia.

Una eventuale domanda aggiuntiva specifica in relazione alle competenze/esperienze dell’intervistato. Da direttore generale di un’Arpa del Meridione, che tipo di contributo si sente di poter garantire al sistema?

Innanzitutto garantisco il massimo impegno della mia Arpa alla partecipazione a tutto ciò che è la vita del sistema, che si concretizza nei tavoli di lavoro e gruppi dedicati alle diverse matrici sulle quali operiamo . Mi sento di assicurare la partecipazione di professionisti di lunga esperienza in grado di dare il loro contributo come lo stanno facendo anche i “cugini” delle altre Arpa. Da Arpa meridionale, inoltre, avendo un ottimo rapporto con le consorelle vicine, penso che SNPA possa ricevere nuovi stimoli a dimostrazione che anche nel Sud c'è una forte consapevolezza del valore Ambiente, non soltanto nei casi in cui bisogna reprimere l’illecito ma anche in altri ambiti più importanti, come quello della ricerca scientifica, la diffusione della conoscenza, le buone pratiche. Proprio per questo abbiamo condiviso insieme alla consorella Arpa Puglia un protocollo sul 5G, che ci auguriamo possa rappresentare un battistrada per le altre consorelle del Meridione, ed altrettanto stiamo facendo in altre importanti matrici , penso per esempio alla direttiva Marine Strategy, che registra una proficua collaborazione tra le Arpa capofila Calabria , Liguria ed Emilia Romagna.

Un altro esempio pratico del nostro impegno riguarda l’emergenza Covid-19 - - che ha messo in evidenza l’importanza delle attività di individuazione precoce delle possibili aree di diffusione del contagio. E’ ormai consolidato che uno dei metodi che si è rivelato utile per effettuare una sorveglianza efficace della presenza e circolazione di SARS-CoV-2 in grandi comunità è certamente quello della ricerca ed individuazione del virus nei reflui urbani. Ecco che Arpacal, accettando l’invito del Dipartimento Salute della Regione Calabria, partecipa alla rete di sorveglianza estesa a livello nazionale, focalizzata sugli aggregati urbani, e con la possibilità di realizzare anche monitoraggi flessibili e capillari (es., quartieri cittadini, siti di depurazione di aeroporti), funzionali alle necessità di prevenzione sanitaria delle diverse aree territoriali, in base agli scenari epidemiologici. L'attività consiste nel prelievo dei campioni da depuratori a servizio di grandi agglomerati urbani calabresi, per l'esecuzione di analisi della presenza del Virus, allo scopo di contribuire alla costruzione di una mappa puntuale della diffusione dell'agente pandemico.

L'intervista sul sito SNPA

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