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cinghiali1 Si è tenuto ieri nella sala convegni del Rimuseum di Rende il convegno finale per la presentazione dei risultati del monitoraggio sanitario/ambientale sulla fauna selvatica effettuato dal 2014 al 2017 nella Provincia di Cosenza.

All’organizzazione della giornata hanno contribuito l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria, Servizio Agenti Fisici del Dipartimento di Cosenza, l'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza - Area Funzionale Igiene degli Alimenti di Origine Animale, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno e l’Università della Calabria.

La dr.ssa Teresa Oranges, direttore del Dipartimento di Cosenza dell'Arpacal, nel portare i saluti anche del Commissario, Avv. Maria Francesca Gatto, ha aperto i lavori del seminario insieme ai rappresentanti istituzionali degli altri enti coinvolti. Ad intervenire anche l'On.le Domenico Pappaterra, presidente del Parco nazionale del Pollino.

Il Progetto 

Il progetto, nato inizialmente con un protocollo d’intesa fra Arpacal e ASP, è nato ai fini della conoscenza delle condizioni sanitarie/ambientali del territorio di riferimento, in particolare dal punto di vista radiometrico e sanitario.

Nel secondo anno di attività si sono aggregati al progetto, per la parte relativa all'approvvigionamento dei campioni, anche il Parco del Pollino e l’Azienda Faunistica “Lardone” del comune di Aprigliano.

Il corposo partenariato, quindi, ha consentito la possibilità di analisi su un set molto diversificato di matrici (carne di cinghiale, miele, terreno, muschi, funghi e licheni, castagne e ghiande). Questo, accanto al gran numero di campioni, ha permesso una mappatura puntuale sul territorio della Provincia di Cosenza sia sotto l’aspetto sanitario/veterinario e sia  sotto quello radiometrico.

Per il controllo veterinario le analisi effettuate sono state:

  • sulle carni di cinghiale: Trichinella – TBC – Brucellosi
  • sull’avifauna: WND – IA – NC Coxiella Burnetii – Rickettsia spp - USUTU (L1-L2) – Esami Necroscopici

cinghiali6 Sotto l’aspetto radiometrico, su tutti i campioni sono state effettuate misure di spettrometria gamma. Questa metodica consente il riconoscimento dei vari radionuclidi presenti in ogni campione analizzato e fornisce, attraverso un’analisi quali/quantitativa, i valori delle loro concentrazioni di attività. Le misure radiometriche sono state effettuate con geometria Marinelli da 1 litro, mediante un sistema a spettrometria gamma al Germanio iperpuro di tipo “N” ad alta risoluzione, con efficienza relativa a 1,33 Mev sul picco del 60Co a 1332.5 keV dell’ordine del 40%. cinghiali8

Per il controllo veterinario le analisi effettuate sono state:

  • sulle carni di cinghiale: Trichinella – TBC – Brucellosi
  • sull’avifauna: WND – IA – NC Coxiella Burnetii – Rickettsia spp - USUTU (L1-L2) – Esami Necroscopici

Sotto l’aspetto radiometrico, su tutti i campioni sono state effettuate misure di spettrometria gamma. Questa metodica consente il riconoscimento dei vari radionuclidi presenti in ogni campione analizzato e fornisce, attraverso un’analisi quali/quantitativa, i valori delle loro concentrazioni di attività. Le misure radiometriche sono state effettuate con geometria Marinelli da 1 litro, mediante un sistema a spettrometria gamma al Germanio iperpuro di tipo “N” ad alta risoluzione, con efficienza relativa a 1,33 Mev sul picco del 60Co a 1332.5 keV dell’ordine del 40%.

Le risultanze di tali analisi hanno contribuito all'aggiornamento della RETE RESORAD, la quale analizza l’andamento spazio-temporale delle concentrazioni dei radioelementi nelle matrici dei diversi comparti ambientali ed alimentari, interessati dalla diffusione della radioattività con particolare attenzione al suo trasferimento all’uomo. La sensibilità con cui si eseguono i rilevamenti rende la Rete atta a rivelare tempestivamente eventi anomali, al fine di intraprendere le dovute azioni di salvaguardia dell'ambiente e delle popolazioni interessate.

Si è focalizzata, quindi, l’attenzione sul 137Cs a causa della ormai endemica presenza nell'ambiente di tale radionuclide dovuta agli esperimenti e agli incidenti nucleari che, a partire dagli anni '60,  hanno interessato l'intero globo terreste.

“Tale radionuclide si è progressivamente diffuso in tutti i comparti ambientali sia pure in modalità assai differenziate. Una gran parte di esso è rimasta nel suolo dove, molto lentamente, migra in profondità. Significative quantità di 137Cs si riscontrano però in molte altre matrici ambientali, come è stato mostrato dai numerosissimi studi sulla radioattività ambientale che sono stati intrapresi soprattutto dopo il 1986” (Bollettino AIRP Anno XL Volume 172  n. 3, 6 - dicembre 2013 ,Il 137Cs in ambiente: fonti e modelli di trasferimento nella biosfera , Mauro Magnoni).

Tale progettualità è stata messa in campo a fronte di una corposa normativa che impone sia il controllo sanitario sulla fauna selvatica che il controllo sulla radioattività.

Metodologia di raccolta, trattamento, analisi dei campioni e risultati ottenuti

In totale i campioni prelevati sono stati i seguenti:

Tipologia di matrice

Numero

Carne di cinghiale

216

Terreno

23

Castagne- Ghiande

6

Muschi – Licheni

8

Miele

11

 

 

Tabella 1

I Comuni della Provincia di Cosenza coinvolti sono stati 57 (37% del totale), con altezze di caccia (per il prelievo della carne di cinghiale) comprese fra i 500 e gli 800 m s.l.m.

cinghiali13 Le squadre dei cacciatori, coordinate dal Dott. Sandro Stancati, dirigente veterinario dell'Area Igiene degli Alimenti di Origine Animale dell’ASP di Cosenza, hanno raccolto i campioni necessari alle analisi, integrando in molti casi, la raccolta della carne del cinghiale abbattuto, con il terreno proveniente dal luogo di abbattimento dell’animale e le ghiande e le castagne dei luoghi di pasturazione dei cinghiali stessi.

Le matrici sono pervenute al Servizio Agenti Fisici del Dipartimento Provinciale Arpacal di Cosenza, diretto dalla dott.ssa Raffaella Trozzo, che ha provveduto all'effettuazione delle analisi fondate su misure di attività, mediante stazione di spettrometria gamma.

I campioni hanno subito tutti un pretrattamento semplice (triturazione e omogeneizzazione) al fine di ottenere campioni omogenei e tutti con una volumetria uniforme (Beacker di Marinelli da 1l) e densità dipendente dalla tipologia del campione (in media ρ=1,2 gr/ml per i terreni, ρ=0,9gr/ml per le carni e le altre tipologie di matrici).

I risultati delle analisi: le risultanze radiometriche (il 137Cs) e le analisi veterinarie.

La presenza di 137Cs non è stata trovata nella totalità dei campioni, ma nelle seguenti percentuali:

  • organi interni: 46,6%
  • terreno 100%
  • castagne/ghiande: 40,0%
  • miele: 45,4%,
  • muschi e licheni:85 %

I valori medi di Cs-137 sono riportati nella tabella a seguire:

tabella2cinghiali  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tabella 2: Valori medi Cs-137 nelle varie matrici

 

In larga misura questi dati evidenziano congruità fra gli ordini di misura della concentrazione di attività del 137Cs che dal terreno, attraverso la catena alimentare (ghiande e castagne), è arrivato agli organi interni dell'ungulato, sebbene in quantità di non rilevanza radiologica.

I dati monitorati nella Provincia di Cosenza, sempre nel caso della carne organi vari di cinghiale , sono stati confrontati anche con le medie dei dati rilevati da Arpa Piemonte, Arpa Valle D'Aosta, Arpa Trentino Alto Adige nel contesto della Rete Resorad – Piano 137Cs Cinghiali – Campagna 2012/2013/2014, risultando sempre sensibilmente inferiori a questi.

Si sono confrontati i dati del 137Cs (sempre negli organi di cinghiale), anche con quelli degli organi di animali da stalla che il Servizio Agenti Fisici Arpacal di Dipartimento di Cosenza monitora sempre per la rete RESORAD (“Punti Sentinella”). Nei campioni analizzati degli animali di stalla (bovini, suini, caprini) il valore del 137Cs si è sempre mantenuto sotto valori dell'MDA (la minima quantità di concentrazione di attività che si è sicuri di rilevare). Questo evidenzia che la presenza del radionuclide in animali selvatici è dovuto alla presenza di 137Cs nel territorio di vita dell'animale selvatico stesso. Se ne deduce che sebbene i luoghi di abbattimento siano caratterizzati da una natura incontaminata, i vari incidenti nucleari che si sono succeduti nel tempo hanno lasciato tracce nella presenza del radionuclide che ancora oggi viene trovato nelle carni.

In sintesi, sebbene i valori di concentrazione di attività di tale radionuclide di origine artificiale sono sempre stati privi di rilevanza radiologica (a norma del D. Lgs 230/95 e succ. m. e i.) la sua presenza nel territorio risulta ormai endemica.

Per la parte veterinaria gli esami batteriologici hanno mostrato la presenza di mycobacterium spp mediante esame culturale in organi di animali su diversi cinghiali (3 positività). Inoltre sono state rilevate 3 positività per pseudo peste aviaria per anatidi selvatici che vivono in libertà.

Per concludere il controllo del territorio per quanto attiene al monitoraggio sanitario veterinario e della radioattività, è una priorità dove, come in Calabria, esistono ragioni per le quali è necessario porre massima attenzione a tale tipo di inquinamento antropico.

Prevenire e gestire conflitti sociali derivanti dalla continua diffusione di informazioni fuorvianti sui fattori di pressione ambientale (anche di tipo radioattivo) diventa strategico anche attraverso l’espletamento periodico di programmi di controllo su vaste aree di intervento in un’ottica di network territoriale che vede unite e fattivamente collaborative le istituzioni locale specificatamente addette alla vigilanza e ala controllo

 

 

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