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“La nostra agenzia opera nel rispetto di protocolli e procedure tecnico-scientifiche codificate a livello nazionale in qualunque matrice ambientale, ed in ogni singola attività analitica che svolgiamo non ci inventiamo nulla, ma seguiamo metodi già codificati. Operiamo, inoltre, secondo una programmazione coordinata con il Sistema Nazionale della Protezione Ambientale, ossia la rete federale delle Agenzie Ambientali e dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)”.

E’ quanto dichiara l’avv. Maria Francesca Gatto, commissario dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) in riferimento all’esito della seduta aperta del consiglio comunale di Gioia Tauro nella quale, da più parti, l’Arpacal è stata accusata di essere un ente troppo legato alla politica.
“I nostri certificati analitici – prosegue il commissario Gatto - sono a disposizione di chiunque ne faccia richiesta, e su ciascun foglio sarà possibile trovare i riferimenti normativi seguiti, le procedure scientifiche adottate e, soprattutto, i tecnici responsabili che hanno svolto il lavoro e, cosa da non sottovalutare, che se ne assumono la responsabilità apponendo la propria firma sul documento. Se qualcuno mette in dubbio la veridicità dei nostri atti, lo faccia nelle sedi opportune”.
“Arpacal è un ente tecnico-scientifico, spesso di supporto al sistema delle Istituzioni locali così come delle Forze dell’Ordine e dell’Autorità Giudiziaria, e sul territorio siamo presenti quotidianamente per fare il nostro lavoro, spesso lontano da riflettori e arene mediatiche perché per noi devono parlare prima di tutto i dati analitici”.
“Ed è su questa necessità, ossia di rendere i dati prodotti a disposizione di tutti – conclude il commissario Arpacal - che presto ci doteremo di una infrastruttura informatica in grado di aumentare la conoscibilità, la trasparenza e la diffusione del dato ambientale. Per dimostrare la nostra assoluta tranquillità nell’esercizio delle nostre funzioni, sul sito web dell’Arpacal è già scaricabile l’intero dossier sul canalone di San Ferdinando, con tanto di rapporti di prova e verbali, che abbiamo inviato alle istituzioni il 31 agosto scorso”.

(Scarica Dosier San Ferdinando)

 

 

 

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