trozzorosignuolotrozzoPromosso anche dall’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria), si è svolto ieri, nella sede di Castrolibero del Dipartimento Provinciale di Cosenza dell’agenzia ambientale calabrese, un incontro fra esperti in materia di radioprotezione, al quale hanno preso parte, oltre ai tecnici Arpacal, i rappresentanti del direttivo delle principali associazioni di radioprotezione (ANPEQ, AIRP ed AIFM).
A fare gli onori di casa il direttore del Dipartimento Provinciale di Cosenza, ing. Emilio Rosignuolo, che, nel dichiararsi soddisfatto per il tenore dell’iniziativa che segnala la grande attenzione verso il benessere dell'ambiente, ha auspicato l'augurio che tali iniziative possano trovare accesso in un ambito più vasto di divulgazione mediante la promozione di convegni anche interregionali.
Il tema principale dell'incontro è stato la gestione dei rifiuti sui quali viene registrata la presenza  anomala di radioattività. Il problema dei rifiuti è da sempre strettamente connesso alle attività umane: le principali attività che producono rifiuti radioattivi, con riguardo al nostro Paese, sono la diagnosi e la terapia medica, la ricerca in laboratorio e le applicazioni tecniche industriali. La detenzione ed impiego delle sorgenti radioattive, in modo confacente ed in tutto rispetto alle norme di legge, è oggi simbolo di progresso industriale e sanitario, nonché di forte stimolo ed importanza nella ricerca scientifica.
Tutti i rifiuti radioattivi prodotti nelle attività sopra citate devono essere opportunamente sistemati in idonei bidoni di contenimento ed affidati a Ditte di smaltimento autorizzate allo scopo. Tali procedure, attuate in accordo alle norme in vigore, vengono inserite negli atti autorizzativi e periodicamente controllate dagli organi di vigilanza.
Allo stato, l’esigenza di applicare sempre meglio i concetti della prevenzione, sempre più finalizzate alla ottimizzazione della radioprotezione stessa, volti a garantire l’incolumità sia dei singoli operatori, che della collettività nella sua interezza, ha portato all'introduzione di sistemi "portali radiometrici" per la rilevazione della radioattività sui rifiuti convogliati all'ingresso di impianti di trattamento/smaltimento. Il verificarsi di numerosi "allarmi radiometrici" segnalati da questi sistemi ha fatto sorgere la problematica della gestione dei carichi anomali non perfettamente corrispondenti su tutto il territorio regionale. Da qui è sorta l'esigenza dell'individuazione di procedure standardizzate, eventualmente avocate dalle istituzioni legislative locali, al fine di evitare l'insorgere di problematiche di tipo gestionale, sanitario ed ambientale.
Gli Esperti Qualificati presenti hanno espresso le loro esperienze in materia, confrontandosi sulle procedure adottate.
Il responsabile del Servizio Laboratorio Fisico di Cosenza, dr.ssa Raffaella Trozzo, che ha moderato l'incontro, ha ringraziato la partecipazione ed il contributo apportato in particolare dal vicepresidente nazionale dell'AIRP, Dr. Salvatore Procopio, peraltro fisico del Laboratorio Fisico Arpacal di Catanzaro, il Consigliere del Direttivo Nazionale A.N.P.E.Q. Dr. Felice Bonacci che ha portato in esame vari casi successi in Crotone, il coordinatore regionale dell'A.N.P.E.Q. Dr. Nicola Cortese, che si è fatto portavoce della promozione di un convegno interregionale fra le diverse associazioni di settore, il responsabile del Servizio di Fisica Sanitaria dell'A.O. di Cosenza, Dr. R. Siciliano che ha magistralmente riferito circa la gestione dei rifiuti sanitari prodotti presso i reparti ospedalieri che impiegano materie radioattive. La dr.ssa Trozzo ha ancora evidenziato l'importante contributo apportato ai convenuti dalle esperienze manifestate dagli EE.QQ. ing. E. Surace, Dr. P. Gagliardi e Dr. M. Bungaro, il quale ha riferito sulla situazione vigente nella sua regione di residenza ossia la Regione Puglia.
Infine é da citare la gradita partecipazione della rappresentanza degli organi di vigilanza nella presenza del Dr. P. Rocca dell'ASP di Cosenza, degli enti di ricerca UNI.CAL e di alcuni rappresentati di impianti di smaltimento di rifiuti, particolarmente interessati alla materia trattata.
Esistono dei metodi che permettono di salvaguardarsi dagli effetti dannosi delle radiazioni ionizzanti, metodi che vanno sotto il nome di "radioprotezione" ed esistono delle normative che regolano tali metodi: si tratta solo di applicarli nel modo corretto e quando ciò avviene non c’è nessun pericolo nell'uso delle radiazioni ionizzanti e solo gli effetti benefici a livello terapeutico, scientifico ed industriale, come a livello economico vengono evidenziati.

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